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MX Pocket Bike # 7 2014 - Bruno Angelo Sforzini

Bruno Angelo Sforzini
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MX Pocket Bike # 7 2014

Motociclismo > Tecnica & Creazioni SBR engineering
Nel 2014 il tempo sta passando ma il lavoro non si vede più ormai.
Ho un potenziale nuovo Antonio Cairoli in casa, pochi soldi e del tempo a disposizione.

Trovo sul web un giocattolo cinese con motore a scoppio millantato mirabolmente come motocross pocket bike a pochi soldi (veramente sono 170,00 € non sono pochi per le mie tasche vuote)

Lo prendo e comincio a lavorarci.
Scopro ben presto che:
Tutti i materiali impiegati sono talmente inconsitenti che la cioccolata in confronto è TITANIO.

Tutte le viti oltre ad essere dellla suddetta consistenza sono di default avvitate storte o spanate o col filetto danneggiato (ho rimpiazzato tutta la bulloneria con materiali acconci)

Buona parte dei fori filettati non sono completi o sono forzati, quindi si è dovuto ripassarli tutti col maschio.

Oltre a far funzionare degnamente il giocattolo, a soddisfare le mie terribili smanie tecniche, ad andare incontro alle mie terribili pignolerie estetiche, l'esigenza fondamentale è abbassare l'altezza di sella ad un valore che consenta ad un bimbo di quattro anni di potere utilizzare il bolide senza soffire di vertigini.
Questo farà a pugni con gli argomenti precendenti, in particolar modo con l'estetica.
Una moto da fuoristrada è bella quando è alta.
Deve essere alta! Sigh!

Partendo dall'avantreno, devo sfilare le forcelle per abbassare. Un paio di cm di sfilamento e la forca tocca il manubrio... Prontamente produco dei riser di ergal opportunamente fresati (riciclaggio di un espositore di autoaccessori).
Si guadagnano altri 40 mm ma di più non si può.
Allora incremento la quota fra le due piastre forcella con l'interposizione di un lungo distanziale tra il cuscinetto superiore e la piastra stessa (stesso diametro del cannotto, quindi ...sembra il cannotto). Il perno dello sterzo è da buttare (comunque era di cioccolata), lo rimpiazzo con un bullone di lungezza e materiale adatti.

Ora però
il portanumero non copre più le piastre forcella: fa schifo. Ne produco uno da un foglio di Nylon da 1,5 mm sagomato ad hoc (sembra una tabella del supercross AMA degli anni di Bob Hannah.

Anche il
supporto del parafango e portanumero ora non combina più. Lo butto (tanto era inutile, pesante ed era di cioccolata...), foro e filetto la piastra inferiore per attaccarci il parafango direttamente come nelle moto vere.

Il manubrio originale fa vomitare: è quello di una bici Graziella della nostra infanzia. Lo metto da parte: le sue interiora saranno riutilizzate per modificare lo scarico.
La moto è destinata ad un bimbo quindi è inutile (oltre che dispendioso) prendere un manubrio largo 60 cm come quelli veri, che comunque si montano nelle minicross.
Ho un bel manubrio originale del Kawasaki KX 250 del 1998, quindi gli do una segata in centro e saldo accuratamente le parti ed ecco fatto: manubrio basso e stretto.
Finito l'avantreno? NO! Le leve sono fatte per un adulto perciò sono troppo distanti per le dita di un bimbo: sistemate opportunamente con dei limitatori di estensione.
Il cavo del gas ora è corto, inoltre il comando dell'acceleratore era stato stampato solo per metà quindi occorreva il polso di Hulk per dare gas.  
Con 13 gocce del mio sangue ci va un italianissimo comando Domino ed un cavo nuovo.
Il mio straordinario KTM690 Enduro R donerà le sue impagabili maopole griffate KTM ed i terminali del manubrio inclusi nei paramani (roba che si era rotta per le vibrazioni)

Sempre avantreno: il perno ruota anteriore ha un accoppiamento "ardito" con la forcella: il foro è da 12 mm e le estremità del perno da 10 mm. Butto tutto nel cesso e costruisco un perno nuovo utilizzando un perno del Mister College PROTOTIPO che avevo fra i rottami.

Immessa la miscela nel serbatoio per provare l'avviamento ci aspettano una serie di sorprese:
Il motore non si avvia per niente, non arriva miscela, dopo le solite imprecazioni di rito e le verifiche sappiamo che il getto del massimo era già otturato id fabbrica...
Inoltre il carburatore perde miscela come un water rotto, a nulla serviranno i ripetuti smontaggi e riposizionamenti chirurgici della guarnizione della vaschetta, i settaggi del livello del galleggiante ecc.ecc. Alla fine, sfiancato, opto per un affidabilissimo capolavoro della tecnologia italiana quale il detestato (ai tempi del motorino) Dell'Orto SHA che mi risolve tutti i problemi in un colpo solo.
Peccato che per fare questo devo spendere una decina di € per un collettore ad hoc.

La motina ha delle pedane costitiute da pezzi di saracinesca arricciati su se stessi. dal solito ex espositore per autoaccessori estraggo due pezzettini di Ergal che con un discreto lavoro di trapano e fresa diventano delle pedane factory (vedere foto)

Il cavalletto saldato a lato del telaio è una minaccia per le gambe del bimbo, ha le dimensioni di una sbarra di un parcheggio. Segato via completamente (una moto da corsa NON HA CAVALLETTO).

Le fiancatine arricciate (chissà per quale motivo) sotto la sella, sono orribili, le butto subito nel riciclaggio della plastica (sperando non sprigionino gas tossici), il foglio in nylon da 1,5 mm serve a generare (vedi foto) due magnifiche fiancatine portanumero che saranno prima fissate al telaio, poi avendo ridisegnato il silenziatore e relativo giro tubo, rivettate alla sella . Questo ha richiesto il taglio e la riplofilatura del parafango posteriore, molto più snello ed elegante ora.

Intanto che ci sono approfitto per montare un
CONTAORE digitale residuo di un ordine di un cliente del tempo che fu, mai pagato quindi mai installato.

Sulla moto c'è anche un inutile
blocchetto chiave (pericoloso perchè la chiave sporge), sarà rimosso ed al suo posto viene installato il rubinetto della benzina che in origine è integrato nel carburatore/water, quindi qui ne serve uno volante (7,00 €, Grrr!).

Fissaggio motore: è stato saldato fuori asse di una ventina di mm: la catena esce già dalla corona mettendo in moto sul cavalletto!!
Le asole negli attacchi del motore sono già tutte utilizzate.
Devo fare quattro fori nuovi per allineare la catena.

Dopo aver buttato nel solito bidone della plastica lo spaventoso (quanto sicuro) carter catena, mi rivolgo al mio "magazzino" del nylon in barre (cioè i rottami) per ottenere una guida catena fresato funzionale e sicuro come quello di una moto vera. (vedi foto)
Retrotreno: il silenziatore è in centro sotto al parafango, fa schifo. inoltre anche il telaio (che è evidentemente ricilato da una versione minimoto da pista) si prolunga con un archetto sotto il parafango.
Sego via tutto e con oppurtuni tagli e saldature riposiziono il silenziatore di lato, più in avanti ma so già che non mi piacerà a lungo.
Il silenziatore inoltre pur essendo costruito come uno vero non ha il tubo forato ne tantomeno la lana di roccia.
Con tanta pazienza, un trapano e circa 100 fori da 4 mm abbiamo un sound da libidine.

L'ammortizzatore (che è ovviamente finto) ha una molla con tale rigidezza da poter essere considerato come un pezzo monolitico, si piegherà prima il forcellone piuttosto che comprimersi l'ammortizzatore (per fortuna che per l'impiego previsto non occorrono le sospensioni).
Il precarico della molla stessa è inoltre tale da poter considerare il mono un'arma di distruzione di massa.
Per accorciare l'ammortizzatore ho dovuto rischiare la vita per svincolare la molla: fatto questo ho accorciato lo stelo (di cioccolata), staccato la ghiera della molla (una rondella saldata) e risaldata nella posizione acconcia.
Ora con un pilota di 80 Kg l'ammortizzzatore cede di una decina di mm..... tutto questo però ora manda il pneumatico posteriore a contatto con il silenziatore. (acc!!) Alla fine questo mi indurrà alla costruzione di un nuovo giro di scarico e di un nuovo silenziatore (vedi quattro righe più in basso)

Il gruppo ruota posteriore è stato evidentemente preassemblato poi ci hanno saldato attorno il forcellone, perciò il perno NON SI SFILA e la ruota rimane lì dentro per sempre (anche qui con una azione drastica abbiamo buttato tutto nel cesso ed ora c'è un perno nuovo forato intrenamente ed alleggerito). Ora la ruota si smonta.

Pressato dal pilota che ritiene il mezzo troppo rumoroso di scarico ed insoddisfatto del risultato ottenuto col posteriore decido di costruire un nuovo silenziatore più efficace ma anche più elegante.
Questo costerà un enorme lavoro di costruzione e riposizionamento di vari componenti ma alla fine, utilizzando buona parte del vecchio manubrio, alcuni rottami di tubo gentilmente forniti dall'amico Andrea Finchi, il prodotto è senz'altro di grande effetto.
Tutto questo ha comportato un certosino grande lavoro di completa riprofilatura del parafango posteriore.
Tanto accurato che se non si guarda la moto prima e dopo non si vede la differenza.

Quando finalmente l'aspirante campione si degna di mettersi ai comandi e...

Appena il pilota prende confidenza col prototipo si evidenziano una serie di problemi di gioventù del progetto: TUTTA la bulloneria non autobloccante si allenta o si perde dopo  ogni sessione di test.
Si è dovuto provvedere di conseguenza con Loctite, legature di filo ed autobloccanti ovunque.

La guida irruenta del pilota e la risposta esuberante del fin troppo generoso motore lamellare alle rapide aperture di gas ha causato lo strappo dal telaio dell'ancoraggio superiore del motore. Ho provveduto a saldare degli attacchi acconciamente robusti ed un puntone che sopporterebbe un motore di camion.

Il motore ha la fastidiosa tendenza a spengersi al rilascio dopo una accelerata (mi dicono sia un marchio di fabbrica...) facendo incazzare tremendamente il pilota che mi copre di insulti ogni volta.
A nulla sono valsi la sostituzione della candela con una NGK ed il cambio della bobina.
L'unica soluzione è tenere il minimo molto alto, ma la cosa infastisce il mio pilota che si lamenta dello scarso feeling del freno motore (gli causa problemi in inserimento di curva....)



Il lavoro è finito, da ora in poi sono solo dettagli e riparazioni.
Per fortuna non sono stato a contare il tempo impiegato, ma essendo disoccupato non è stato tempo perso.

Il tempo è passato: nuove esigenze incombono, il pilota cresciuto un po' fisicamente, è divenuto smaliziato, quando ha potuto provare una vera minicross, con tanto di sospensioni non ha avuto esitazioni, pur a malincuore ha abbandonato la sua prima motina.
Non prima però di subire la canonica rottura di tutto il sistema di avviamento a strappo.
La fusione del gruppo avviamento è di cioccolata scadente quindi addirittura la parte centrele del carter si strappa via dal resto e bisogna buttare tutto. Ovviamente il mondo aftemarket è ampiamente fornito di ricambi a basso costo made in Italy robusti e fatti bene, ma io ho voluto cimentarmi in una riparazione a prova di bomba utilizzando il carter originale saldamente imbullonato in una flangia di acciaio tornita e saldata a perno centrale dello stesso solido materiale.
Con quei 6 dadi ciechi fa molto Harley ma è solidissima, apprifittato dello smontaggio per sostituire i pignone da 14 con uno da 11 (unico disponibile), prima era troppo lunga, ora è un dragster.

COROLLARIO
Una doverosa precisazione sui luoghi comuni riguardanti i prodotti provenienti dalla Cina (della quale sono un assiduo cliente, aimè)
Non è assolutamente vero che tutto quello che proviene da quel paese è spazzatura, basti pensare che gli Iphone e TUTTI i personal computer li fanno là.
Semplicemente la Cina può produrre TUTTO alla QUALITA' che il cliente richiede:  se vogliamo un prodotto di merda ad un prezzo molto basso (come la pocket bike di cui sopra) loro te lo fanno; se vuoi un prodotto di qualità allo stesso modo loro te lo fanno.
Il prezzo sarà più elevato ma sempre molto più basso di un equivalente prodotto europeo (purtroppo per noi).
Io possiedo una fresatrice universale ad inverter cinese ribrandizzata che ha una qualità, una precisione ed una affidabilità pari ad una tedesca.
(ma non me l'anno affatto regalata)
Pedane works
Scarico works
Primo avviamento
Primi test con collaudatore
Ultimo step: avviamento rinforzato con flangia acciaio e sei dadi ciechi
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